NON DIRLO AL WEB, DILLO ALLO PSICOTERAPEUTA: La pervasitvità dei social e il loro impatto sui nostri comportamenti quotidiani e sulla rete di supporto sociale.

NON DIRLO AL WEB, DILLO ALLO PSICOTERAPEUTA: La pervasitvità dei social e il loro impatto sui nostri comportamenti quotidiani e sulla rete di supporto sociale.

Dott. Roberto Esposito, Studio Napoletano Psicologia Cognitiva

 

Il livello di sviluppo tecnologico attuale ci permette di ricorrere all’uso del web per ogni genere di cosa: dal tutorial su come trasformare un vecchio mobile, alla ricetta su come preparare il polpettone.

L’utilizzo del pc o degli smartphone, dalle app per imparare le lingue, a quelle che ci forniscono indicazioni stradali, i podcast, la visione di un film piuttosto che il programma di disegno ci forniscono supporti validissimi per fare, imparare, risolvere numerose questioni relative ad altrettanti numerosissimi ambiti: basti pensare quanto la tecnologia ci sia stata di fondamentale aiuto durante la ben nota pandemia che ci ha chiusi in casa per un bel pò di tempo. Senza i supporti tecnologici di cui ormai siamo tutti in possesso da un pò non avremmo potuto espletare una serie di compiti, soprattutto legati all’istruzione.

Non avremmo potuto stare in compagnia nonostante l’impossibilità ad uscire.

Non avremmo potuto condividere, imparare, ascoltare, leggere, guardare, sentire un mucchio di cose e persone.

Ma c’è un però.

Ogni giorno trascorriamo moltissimo tempo sui social media, strumenti validissimi per una miriade di motivi, diffusi in tutto il mondo e che ci consentono di sentirci connessi gli uni agli altri, di condividere aggiornamenti, opinioni, sapere e tanto altro.

Ma come tutti gli strumenti necessita di un corretto utilizzo.

Durante gli ultimi due anni l’utilizzo mondiale di alcune piattaforme ha permesso di effettuare una massiccia raccolta dati su vari trend, opinioni, ideologie e stile di vita che ha dato luogo ad una serie di approfondimenti e ricerche sul tema riguardante l’utilizzo eccessivo dei social network e le problematiche che ne derivano.

La pervasività dei social nei nostri comportamenti quotidiani ha sottolineato una conseguenza di tale abuso: parliamo di una dipendenza definita  “internet dipendenza”. Una serie di studi condotti sugli adolescenti rivelano l’aumento dell’ansia sociale correlato ad un uso eccessivo dei social media, questo dato sembra predire un effetto preoccupante: maggiore è l’uso dei social, minore è il supporto sociale che la persona riceve nella vita reale.

Ogni giorno osserviamo sui social la condivisione di momenti vissuti nella vita reale, di emozioni, di paure e bisogni, vediamo scritta su un post la richiesta di un parere, la conferma di un punto di vista. Le bacheche trasudano richieste di aiuto, incitano al riconoscimento delle proprie sofferenze in una sorta di “mal comune, mezzo gaudio!”

Quando cerchiamo un confronto on line il fine dovrebbe essere quello di ricevere comprensione, conforto, supporto.

Riguardare sé stessi o come ci descriviamo/mostriamo agli altri attraverso uno schermo dovrebbe indicarci quali sono i i confini che definiscono un utilizzo sano dei social rispetto ad un abuso che tende a distorcere la percezione che abbiamo di noi.

Sembrerebbe più facile aprirsi e descriversi al mondo intero piuttosto con chi ha gli strumenti per aiutarci!

Eppure ci sono figure professionali formate per offrire la comprensione, il conforto e il supporto di cui abbiamo bisogno: gli psicoterapeuti

Comunemente ci si rivolge ad uno psicoterapeuta in presenza di questi elementi:

quando ci si sente tristi e impotenti in maniera invalidante;

quando le difficoltà emotive rendono difficile lo svolgimento della quotidianità;

quando le proprie azioni rappresentano un pericolo per se stessi e per gli altri;

quando si è spinti dalla famiglia o dagli amici.

Ancora oggi si ha una certa reticenza ad affidarsi ad uno specialista in mancanza dei succitati elementi per la comune convinzione di non avere bisogno di aiuto, di potercela fare da soli, di non avere problemi irrisolvibili.

Ma perchè si continua a pensare di dover arrivare a stare male sul serio per chiedere aiuto?

Perchè si continua a pensare che chi va dallo psicologo è all’utima spiaggia?

La ricerca prova l’efficacia della psicoterapia nella riduzione di sintomatologie associate alla depressione e all’ansia, come dolore, stanchezza cronica, nausea, nell’aiutare il sistema immunitario a compiere correttamente la sua difesa, nel contribuire ad un  miglioramento dello stato di salute generale in quanto la salute fisica e quella emotiva sono strettamente collegate.

La terapia non è un processo facile e non tutti si sentono pronti ad affrontarlo, tuttavia consultare un esperto e parlare con lui dei propri problemi emotivi dà un sollievo immediato e duraturo.

Il coraggio e la fiducia riposti nel web nel momento in cui affidiamo ai social i nostri problemi possono farci comodo nel momento in cui scegliamo di affidarci ad un interlocutore diverso ed esperto quale uno psicologo.